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“Sì alla tutela per Piccirillo”, il Csm (spaccato) difende il pg attaccato da Nordio

“Sì alla tutela per Piccirillo”, il Csm (spaccato) difende il pg attaccato da Nordio

Dopo il caso Almasri

Approvata a maggioranza la pratica a tutela nei riguardi del sostituto procuratore generale della Cassazione. Contrari i laici di centrodestra: è un attacco alla riforma della giustizia

Photo credits: Sara Minelli/Imagoeconomica
Photo credits: Sara Minelli/Imagoeconomica

Il Consiglio superiore della magistratura ha deciso ieri di “tutelare” Raffaele Piccirillo, sostituto procuratore generale della Cassazione, dagli strali del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Tutto nasce da una intervista di Piccirillo, ex capo di gabinetto del pentastellato Guardasigilli Alfonso Bonafede, nella quale criticava il comportamento dei colleghi della Capitale e dello stesso Nordio per il modo in cui avevano gestito il caso “Almasri”.

Critiche, va detto, condivisibili essendo ormai acclarata l’inerzia di via Arenula nei confronti del feroce generale libico, riaccompagnato con tutti gli onori a Tripoli invece di essere arrestato su mandato della Corte penale internazionale dell’Aia, ma fortemente inopportune in quanto proprio l’ufficio di Piccirillo potrebbe un domani essere chiamato ad occuparsi di questa vicenda, con il rischio quindi che qualcuno strumentalizzi a fini politici quanto ha dichiarato. Nordio, prendendo allora spunto dall’intervista, in un intervento di partito aveva attaccato Piccirillo affermando che “in qualsiasi Paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri”. Non contento aveva evocato un possibile intervento disciplinare nei suoi confronti, poi qualificato come inutile in quanto la sezione disciplinare del Csm sarebbe “composta da persone elette da quelle che devono essere giudicate”, e descritto quindi la giurisdizione disciplinare dei magistrati come “una stanza di compensazione” tra le componenti associative dell’Anm.

Per non farsi mancare nulla, Nordio aveva anche affermato che la politica non ha mai riformato la giustizia “per paura”. Di fatto delle grandi ovvietà, in quanto è arcinoto che i procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati spesso si chiudono in un nulla di fatto anche di fronte ad accuse molto gravi. Caso emblematico la radiazione con ignominia di Luca Palamara per essere andato a cena con il dem Luca Lotti e la semplice perdita di anzianità nei confronti invece dell’allora procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, accusato di aver molestato sessualmente una collega. Per il Csm le parole di Nordio sarebbero state così gravi da minare il sereno svolgimento dell’attività di Piccirillo. La pratica a tutela, per la cronaca, è stata votata a maggioranza. Contrari i laici di centrodestra, Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Felice Giuffrè (FdI), Enrico Aimi (FI), Claudia Eccher (Lega), secondo i quali il vero scopo di questa pratica non era la difesa di Piccirillo ma un attacco alla riforma della giustizia di Nordio.

E poi la tempistica: la pratica era stata aperta il 18 luglio scorso e ieri era già all’ordine del giorno del Plenum. Una “turbo votazione” rispetto a tante altre pratiche che pendono da tempo immemore. “Sul dottor Raffaele Piccirillo, magistrato in servizio in un ufficio di altissima responsabilità, rilevo ancora una volta che si è pronunciato nel merito di un giudizio in corso davanti al tribunale dei ministri, dove io sono indagato”, ha commentato ieri il Guardasigilli. “Inoltre si è espresso in termini critici nei confronti della Procura Generale di Roma e della stessa Corte d’Appello. Non mi risulta che a tutela di questi magistrati sia stata aperta una pratica”.

l'Unità

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